LA PROPRIETA' E' UN FURTO Il capitalismo moderno nasce a partire dal XVI secolo quando, in seguito al declino del feudalesimo, i proprietari terrieri cominciano ad espropriare la terra ai contadini riducendoli da liberi agricoltori allo statuto di (nel migliore dei casi) lavoratori a pagamento oppure, ancora più brutalmente, in "senza terra" e senza lavoro. Questo stadio è stato definito da Marx "accumulazione primitiva". Il capitalismo va poi progressivamente intensificandosi nei secoli susseguenti fino ad obbligare, giunti nel Diciannovesimo secolo, tutti i lavoratori industriali, per sopravvivere, a vendere il proprio lavoro ai capitalisti - i detentori delle accumulazioni di capitale - che ormai controllano totalmente i mezzi di produzione, e che raccolgono i profitti derivanti dalla massiccia espansione economica derivante dall'industrializzazione. Secondo il pensatore francese Pierre-Joseph Proudhon, fortemente critico verso questo sistema, ogni società storicamente data esprime una forza collettiva superiore alla somma aritmetica delle forze individuali. L'origine dello sfruttamento capitalistico và dunque individuato nel fatto che i lavoratori vengono pagati unicamente per la quaota individuale di lavoro svolto, e non per quel surplus collettivo a cui essi contribuiscono. E' il furto di questo surplus il furto del capitalista, che costituisce il suo indebito profitto. Da cui il famoso motto: "la proprietà è un furto". Così come l'economia capitalistica si fonda sull'espropriazione del surplus collettivo, del tutto specularmente ongi Stato si fonda sull'espropriazione della potenza sociale espressa dall'essere collettivo della società (coscienza collettiva). Il capitalismo così organizzato è dunque alienazione della forza collettiva sia nella sfera materiale che immateriale. Il moloch statale e burocratico incarna la sintesi suprema dell'alienazione umana in quanto si appropria della intera forza collettiva espressa dalla società per vivere parassitariamente sulle sue spalle. Non c'è altro modo per opporsi a questo sistema se non generalizzare e socializzare la proprietà atttraverso un uso socialmente responsabile delle risorse sia materiali che immateriali. Proudhon proponeva il mutualismo economico basato sul principio di cooperazione che trasformasse i lavoratori in produttori e consumatori al tempo stesso, organizzati in una vita sociale ed economica fuori e contro lo Stato. INFO CAPITALISMO Nel suo "Hackers Manifesto", (Wark McKenzie, Harvard University Press, 2004) , Wark analizza la fase del tardo capitalismo - che è stata definita come post-fordismo, post-industrialismo, post-modernismo - giunta fino ai nostri giorni, e che corrisponde alla cosiddetta Information Age, l'era dell'informazione, in cui i produttori di informazione (nel senso più lato, dagli artisti agli scienziati, dagli intellettuali ai programmatori di software, in breve chiunque produca conoscenza, il cosiddetto "lavoro cognitivo") si trovano nella situazione di vedersi il proprio lavoro espropriato dalle grandi corporazioni che detengono la proprietà, attraverso brevetti e copyrights, sulle loro invenzioni. Aperta parentesi. Detto così sembra che il "lavoro cognitivo" o immateriale sia una scoperta dei nostri giorni. Mentre invece è sempre esistito, dato che la facoltà di pensare e di creare pensando è proprio ciò che distingue l'umano, e che dunque la divisione tra lavoro materiale e immateriale, tra beni materiali e immateriali, è sempre stata fittizia, dato che nella materia vive una sostanza che è l'idea. L'espropriazione di beni materiali al servizio della comunità corrisponde all'espropriazione di forze-lavoro materiali umane che fanno capo ad uno spirito ed a una coscienza e dunque corrisponde all'espropriazione di forza-lavoro cognitiva. L'alienazione del lavoro umano è sempre stata alienazione delle facoltà cognitivo-creative dell'essere umano. Si tratta oggi come sempre di sottrarle alla oppressione e alla mercificazione e donarle alla liberazione. La vera rivoluzione dei nostri giorni non è tanto l'emergere di una nuova categoria di "lavoratori cognitivi" quanto invece il crollo di ogni distinzione, già invocata da Nietzsche, tra materiale e immateriale, tra apollineo e dionisiaco, tra mondo reale e mondo ideale, compiuta dal nuovo paradigma offerto dall'informazione, che investe tanto le leggi della fisica quanto quelle della metafisica. Emerge cioè il fatto che siamo tutti lavoratori cognitivi - e secondo Wark siamo tutti hackers - in quanto esseri umani produttori e consumatori di informazione, forma di energia che diventa anche materia, e viceversa, capace di dare forma a tutto l'esistente. Quello che ancora manca è il salto qualitativo che deve avvenire nel "general intellect", ovvero nelle coscienze-intelligenze individuali che formano la coscienza-intelligenza collettiva. Chiusa parentesi Ognuno di noi è una macchina del reale, ognuno di noi è una macchina costruttiva. Toni Negri E' stato detto che nel postfordismo la fabbrica è uscita dalla fabbrica, che la società tutta è diventata fabbrica, una grandiosa "fabbrica mentale". Ma è sempre stato così. Cosa è cambiato allora nel postfordismo? E' successo che l'informazione, dopo essere emersa come principale metafora del reale, è uscita di metafora ed è diventata realtà. Il postfordismo accelera il processo di presa di coscienza che la realtà è informazione. Più incrementeremo questa presa di coscienza e più la cosiddetta moltitudine comincerà a prendere corpo. Dobbiamo dare un corpo alla moltitudine che è mente senza corpo. Wark definisce hackers la moltitudine dei lavoratori cognitivi - commettendo l'errore di lasciare da parte i lavoratori ancora industriali - e si riferisce agli espropriatori come alla "classe vettorialista" che cerca di incanalare e restringere l'informazione lungo "vettori" per essere riprodotta e trasmessa da punto a punto nella "matrice". Rimarcando il fatto, già ampiamente sottolineato da molti studiosi e osservatori, che ciò che dovrebbe essere considerato come un bene comune, l'informazione, tende invece sempre più ad essere privatizzato (proprio come accadde quando le terre comuni cominciarono ad essere privatizzate circa 500 anni fa) attraverso la pratica del copyright e dei brevetti, perfino quelli genetici che si appropriano dell'informazione biologica. Paradossalmente, mentre le tecnologie informatiche stanno accelerando la "sparizione", ovvero la proliferazione e la nuova creazione di ogni sorta di conoscenza sotto forma di informazione (dai mash-up ai peer-to-peer dall'open source ai database genetici) le regole della "proprietà intellettuale" cercano di restringere questa proliferazione, a vantaggio ovviamente chi le detiene. E in che modo lo fanno? Con la forza, attraverso il "warfare state", attraverso la violenza, la persecuzione, la corruzione, la disinformazione, la pubblicità, lo star system, e perfino attraverso decreti palesemente anti-democratici (vedi il decreto Urbani o l'Induce Act). Occorre allora distinguere, all'interno della moltitudine cognitiva, gli hackers buoni e quelli cattivi, quelli che lavorano allo scopo di perpetuare l'espropriazione materiale-immateriale proclamando l'interesse del singolo o di una ristretta cerchia di singoli, e quelli che lavorano allo scopo di sovvertire tale espropriazione rivendicando l'interesse del tutto. Su quale forza contano gli espropriatori, che obiettivamente rappresentano una minoranza, per continuare a farla da padroni? Fondamentalmente sulla mancanza di coscienza, e di conseguenza sulla disunità, da parte della moltitudine di espropriati. Il paradosso dell'info-capitalismo fà sì che mentre da una parte l'era informatica rende sempre più manifesta la natura irriducibile della realtà del processo culturale, che da sempre vive proprio di ibridazioni, meticciati, sincretismi, di scambi continui e di conflitti, di combinazioni e ricombinazioni, chi cerca di favorire questo stesso processo viene perseguitato, emarginato, eliminato, messo in condizioni di non nuocere, oppure viene "comprato" e assimilato. E in questo modo si perpetua l'attacco alla natura stessa, cominciato tanto tempo fa dalla violenza del desiderio non-mimetico. Violenza successivamente ridefinita con l'introduzione del concetto, e della pratica, della proprietà privata. Come fa notare Wark, per accentuare questo paradosso, con le leggi attuali, Shakespeare non avrebbe mai potuto scrivere alcuno dei suoi capolavori (è noto che Shakespeare attingeva largamente a fonti altrui). Non a caso il grande Stravinsky amava dire: "il buon artista non imita, ruba". Tutto questo va a scapito della "innovazione" reale. Non c'è vera innovazione ma involuzione o anti-evoluzione, perché tutto, lavoro, scienza, sesso, arte, spettacolo -in una parola l'informazione - viene piegato agli interessi del mercato che è controllato e diretto dalle corporazioni degli espropriatori, ed è un microcosmo di puro desiderio non-mimetico. Che tipo di caos abbia generato questa violenza in termini di ecosistema planetario dovrebbe essere ormai evidente a tutti: un progressivo impoverimento delle risorse globali, un imbarbarimento dei comportamenti e una catastrofe umanitaria senza precedenti, un vero e proprio "ecocidio", le cui terribili conseguenze sono ancora in divenire. "L'informazione chiede di essere liberata", dice Wark. Il che significa che la guerra per liberare l'informazione è LA guerra "par excellence". Nel momento in cui scopriamo che "tutto è informazione", che informazione significa dare forma, che tutte le forme sono informate, che l'informazione equivale ad una sostanza universale, che equivale al Logos (alle forme del linguaggio), che equivale al Nous (alle forme della mente), che equivale allo Spirito (alle forme della coscienza), che l'informazione dà forma alla realtà, allora lottare per la libertà dell'informazione significa lottare per liberare lo Spirito, liberare la Mente, liberare la Coscienza, liberare la Creatività, liberare l'Arte, dalle catene dell'oppressione capitalista. Mentre le precedenti forme di sfruttamento economico sono sempre state giustificate (seppur sempre dubbiosamente) sul terreno della scarsità, per l'economia immateriale dell'informazione questa giustificazione diventa assurda. Oggi il problema è un altro, è quello di liberarci dall'eccesso di informazione - information overload - problema che svela, che smaschera la falsità della "proprietà intellettuale". Ogni lavoratore cognitivo individuale, ogni hacker cognitivo, deve mettersi al servizio di una causa comune che è la liberazione dell'informazione dalla tirannia del profitto individuale e non-mimetico che và a vantaggio dell'espropriazione. Per muovere queste argomentazioni, Wark fà riferimento a molteplici correnti cognitive, dalla tradizione marxista occidentale - Marx stesso, Lukacs, Benjamin, Situazionismo - alla nozione di "virtuale" di Deleuze-Guattari, alla teoria del dono di Mauss. Chiamando in causa le tante pratiche del movimento free, dal Djing alla Net e Software art. In sintesi, Wark sostiene che il potere dell' "informazione" risiede largamente nella capacità di produrre "astrazione", intendendo la costruzione di un piano, che è quello cognitivo, su cui possono convergere tutte le diverse espressioni del "general intellect". "Astrarre significa esprimere la virtualità della natura, rendere manifeste le sue infinite possibilità, e attualizzarle in una relazione, rendere manifesta la sostanza". L'astrazione è sia ciò che ci rende schiavi e ciò che può liberarci. E' l'astrazione che rende possibile il regime della proprietà intellettuale ma nell'astrazione risiede anche il potenziale per sovvertirlo. Il Manifesto Hacker di Wark è niente altro che una ulteriore astrazione che fa il punto sulle attuali forme di resistenza, in cerca di dare forma a nuove azioni più astratte e più generalizzate. Si tratta di informare la moltitudine, di comunicare conoscenza, di mettere in contatto le diverse anime della moltitudine. Saranno il Linguaggio, l'Arte, l'Intelligenza a informare la Multi-Coscienza. __________________________________________________________________ AHA: Activism-Hacking-Artivism - mailing-list on artistic activism https://www.ecn.org/wws/info/aha http://www.ecn.org/aha check & support: http://www.neural.it + http://www.rebelart.net