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ANIMATRIX: STORY BOARD by Daniele Vecchio
C'è ancora tempo per pensare ai sospetti, già rivolti da qualcuno verso l'ultimo Spielberg, di puntare, con la scusa della fantascienza in chiave politica, a colonizzare l'immmaginario con macchine da guerra produttivo-pubblicitarie. Indubbiamente Matrix, da piccolo fenomeno di culto ha già ampiamente raggiunto le dimensioni di un sistema pervasivo e invasivo di questo tipo, di cui il progetto Animatrix è solo un'ulteriore appendice, ma conserva ancora in parte, forse, un "principio di piacere" in grado guidare anziché subire le ragioni dello spettacolo. E se in generale l'ideologia produttiva lucasiana del genere fantastico ha costituito - anche grazie a recenti modelli di riferimento come Il signore degli Anelli - un vero e proprio modo nuovo di concepire il cinema, in tal caso alcune stranezze di una simile strategia produttiva vanno comunque notate: Animatrix, che costituisce il prequel al primo episodio, esce completo in dvd il 2 giugno (ma 4 episodi erano già in rete o in sala), una settimana dopo l'uscita nelle sale del secondo episodio, mentre la data di uscita del terzo, Matrix Revolutions, inizialmente prevista sei settimane dopo quella del secondo, è slittata addirittura alla fine dei prossimi sei mesi. Si può essere originali (o solo confusi?) anche in questo.
L'idea di girare un prequel al primo film della serie Matrix, che spiegasse la genesi e l'evolversi della guerra tra gli uomini e le macchine, fu sostenuta dal produttore Joe Silver, che pensò dapprima alla possibilità di realizzare un lungometraggio animato. Il progetto andò poi a confluire in una nuova serie, composta da nove cortometraggi animati riuniti sotto il nome di Animatrix. Il prodotto conserva ancora in parte la funzione di prequel, ma presenta una varietà di stili e direzioni narrative notevole e, almeno apparentemente, molto frammentaria. La realizzazione, infatti, è stata affidata a differenti studi - tra i migliori in assoluto -, in gran parte di origine asiatica, dove si è formato l'immaginario che ha profondamente influenzato le creazioni dei fratelli Wachowski (questi, tra l'altro, hanno scritto personalmente ben quattro episodi della serie, mentre curavano gli scripts e la regia dei due sequel e la sceneggiatura del videogioco Enter the Matrix). Accanto allo statunitense Square USA, già pioniere della fantascienza in CG (si tratta dei creatori di Final Fantasy - The Spirit Within), compaiono dunque anche il giapponese Madhouse (di Yoshiaki Kawajiri e Takeshi Koike), lo Studio 4°C (Mahiro Maeda, Shinichiro Watanabe e Koji Morimoto) e il coreano DNA (di Peter Chung).
Sono ovviamente molti i motivi di interesse di questi cartoon, alcuni dei quali presentano delle caratteristiche modalità di intertestualità obbligata (come nel caso di Kid's story), ma sono ben lungi dall'essere un prodotto pensato esclusivamente ad uso e consumo degli appassionati e cultori di Matrix, sempre più numerosi in giro per il globo. La qualità dell'animazione è d'origine controllata e l'eterogeneità dei materiali che hanno ispirato i Wachowski è un po' meno fusa che nei film, più riconoscibile nelle fonti e nei generi, tanto che l'insieme suona un po' come un esplicito riconoscimento verso il loro contributo immaginifico. Animatrix è infatti l'autentico retroterra culturale del progetto-Wachowski, che comprende, insieme al mondo degli anime e delle arti marziali, anche gli espliciti referenti di una vulgata filosofica che dovrebbe sorreggerne la struttura. Ecco gli episodi nel dettaglio:

The second Renaissance I e II, i primi due episodi, scritti da Andy e Larry Wachowski e disegnati dallo Studio 4ºC, costituiscono il prequel vero e proprio e risalgono alle origini della guerra con le macchine fino a seguirne gli ultimi sviluppi. I riferimenti alle dimensioni mediatiche e militari dell'impero americano sono abbastanza evidenti e lo stile fra il documentario e lo splatter del regista Mahiro Maeda (già autore di Blue Submarine n° 6) non si distacca mai troppo dal regime SciFi, riuscendo a mantenere il necessario equilibrio. Ci si commuove, come in AI , per il brutale trattamento riservato alle macchine.

In Program, assistiamo a un combattimento simulato, in uno scenario giapponese medievale, tra una ragazza di Zion e il suo amante, improvvisamente convertitosi alla causa di Matrix. Il tema è il rischio che i sentimenti vengano immolati alla battaglia da parte del ribelle votato alla causa con spirito di sacrificio. L'episodio, scritto e diretto da Yoshiaki Kawajiri (Ninja Scroll, Vampire Hunter D: Bloodlust) per la Madhouse, è interessante per il il colore e il disegno espressionistico, vagamente ispirati a Kurosawa, ma meno efficace sul piano narrativo.

Il protagonista di Kid's story, uno studente che entra in contatto con Neo e segue le istruzioni per sfuggire a Matrix, lo ritroviamo in Matrix Reloaded (è l'uomo che ringrazia continuamente Neo per averlo salvato e gli consegna il cucchiaio del bambino del primo episodio). Braccato dall'insegnante e dagli agenti di Matrix sembra perduto finché, una sorta di miracolo, premio per la sua forza di volontà, lo restituira al mondo libero. All'inizio il ragazzo si sofferma sul vecchio quesito filosofico sull'impossibilità di distinguere i sogni dal mondo reale: "C'è un po' di realtà nella tua fantasia e un po' di fantasia nella tua realtà" - la risposta fornita in chat da Neo è sibillina quanto quelle dell'Oracolo nel film. Sritto anche questo dai Wachowski, è uno dei più belli della serie, per nulla intaccatto dagli sperimentalismi e dagli effetti sbavatura di Shinichiro Watanabe (Macross). Prodotto dallo Studio 4ºC.

World record è il secondo episodio prodotto dalla Madhouse e scritto da Yoshiaki Kawajiri (ma diretto da Takeshi Koike). In uno stile ancora espressionistico, fra i più atipici del cinema d'animazione giapponese, è tratteggiata la storia di Dan, velocista imbattuto che per un breve momento vede Matrix, scopre che la sua è una realtà fatta di numeri. Gli agenti lo renderanno innocuo con la forza, ma mentre ascolta seduto sulla sua sedia a rotelle il racconto della sua infermiera, infarcito di suggestioni proustiane, anche lui riceve una illuminazione "da madeleine" e si alza improvvisamente sulle sue gambe.

Scritto e diretto dal grande Koji Morimoto, per lo Studio 4°C, Beyond è il corto più legato all'animazione giapponese tradizionale. Come in un'ennesima incursione carrolliana, la piccola Yoko insegue il suo gatto scomparso fino a raggiungere una grande casa abbandonata, dove accadono le cose più incredibili, come trasformazioni e fenomeni di levitazione. La casa stregata, dove si riuniscono a giocare i bambini, è un errore di Matrix, che ben presto scatena la repressione. L'animazione è tra le più suggestive e poetiche, in grado di tenere il confronto con lo stesso Myazaki. Magici gli effetti di luce.

Matriculeted, scritto e diretto da Peter Chung per Dna, è con Il volo dell'Osiris quello che presenta gli effetti più mirabili, qui soprattutto per il colore e la luce. La tecnica mescola abilmente l'animazione tradizionale e il CG per confezionare un'affascinante partitura visiva (la storia è quasi un pretesto e i dialoghi ridotti all'osso), che sembra in parte richiamare Trohn e Moebius. Mentre uno scienziato e la sua aiutante tentano difficilmente di riabilitare un robot alla causa dei ribelli, si trova anche qui spazio per spunti di riflessione filosofica sulla realtà virtuale e i sogni ("So che ora non sto sognando perché so cosa significa essere in un sogno" - "Quindi sognare ti fa capire che la realtà esiste?" - "No, soltanto che esiste la mia mente, e questo mi basta").

Detective story, scritto e diretto da Watanabe (lo stesso di Kid's story) per lo Studio 4°C è una rivisitazione del noir classico, recuperato negli ambienti e nel bianco e nero ma ambientato nel futuro computerizzato di Matrix, in cui Ash, un investigatore privato in bolletta, viene messo sulle tracce dell'hacker Trinity per consegnarlo a delle autorità che preferiscono mantenere l'anonimato mentre elargiscono compensi favolosi. Ash trova Trinity interpretando gli indovinelli degli informatori ispirati al secondo libro di Alice (Attraverso lo specchio): arriverà a intuire la verità, non ne uscirà, ma avrà assolto il suo ultimo compito alleandosi a Trinity. Il découpage e lo stile sono pieni di fascino; le texture e il chiaroscuro ricordano molto lo stile di Daniel Zezelji.

The Final flight of the Osiris, conosciuto anche come Matrix 1.5, è l'ultimo della serie, ma il primo ad essere stato distribuito (ha accompagnato L'Acchiappasogni di Kasdan all'uscita nelle sale). E' anch'esso scritto dai Wachowsky Bros. ed il più pionieristico e pubblicitario dei nove. Completamente animato in CG e supervisionato da Andy-Final Fantasy-Jones, ha visto all'attivo 45 animatori, tra cui Matt Hackett e Tani Kunataki, per un anno di lavoro negli studi di Square Usa a Honolulu. Anch'esso è direttamente collegato al film e segue le vicende dell'Osiris, un hovercraft di Zion, nella sua lotta contro l'aggressione di una macchina. La protagonista si trova a combattere contro un esercito di sentinelle per raggiungere la roccaforte e allertare l'esercito dei ribelli. Le tecniche usate in Final Fantasy qui sono, se possibile, addirittura perfezionate e il livello di versomiglianza filmica è stato utile anche per le sequenze più complesse di Matrix Reloaded.

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