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PIANETA HACKER di Carlo Gubitosa
Tratto da Spaghetti Hacker di S. Chiccarelli e A. Monti

Pescara, Luglio 1997.

Sono atterrato da pochi istanti in questa camera, davanti a questa tastiera, di ritorno dal Pianeta Hacker dopo un viaggio nell'iperspazio. Ero sicuro che non avrei incontrato pedofili, tamagotchies o sesso virtuale, ne' tantomeno maligni trafficanti di software arricchiti a spese del povero Bill Gates. Tuttavia le persone e le cose che ho incontrato in questo libro mi hanno ugualmente sorpreso. Sul vocabolario inglese il verbo to hack viene tradotto come "fare a pezzi", "tagliare". Chi di noi non ha provato da bambino la voglia di smontare la lavatrice, la televisione o un qualsiasi altro apparecchio elettromeccanico ? Immaginate di scendere in un pianeta dove la gente non ha perduto questa curiosita' semplice e ingenua, e gioca a smontare il mondo, le informazioni e i computer per capire davvero come sono fatti. Immaginate di scoprire con sorpresa un pianeta dove la gente non ha perso il gusto di fare le cose con le proprie mani, di chiedersi il perch‚ delle cose, di scambiare esperienza con gli altri.

Questo e' il Pianeta Hacker. I nostri nonni hanno "hackerato" per noi i segreti della terra, hanno smontato e rimontato pezzo a pezzo il puzzle della natura, hanno cercato di capire e modificare quello che avevano tra le mani. Lo stesso gorgonzola può essere visto come una versione hackerata o crakkata del formaggio, che un contadino un po' più hacker degli altri ha provato a mangiare anzichè‚ buttarla nella spazzatura. Anche i nostri nonni, forse, si sentirebbero un po' alieni in questo mondo precotto e predigerito, dove troviamo tutto già pronto, anche le nostre idee e le nostre informazioni, dove le mani non servono più per fare cose, ma per contare soldi. Dove la curiosità e' un vezzo che si lascia ai bambini, che hanno tempo da perdere e possono permetterselo. In questo mondo postmoderno e' atterrata un'astronave proveniente dal Pianeta Hacker. Inizialmente questi bambini hacker alieni sono stati lasciati giocare (assecondando un po' le loro bambinerie) aspettando che crescessero e imparassero le cose veramente importanti nella vita: lo studio (quello vero, non le stupidaggini dei computer), trovare un buon lavoro, una brava ragazza e una bella casa. Pero' il tempo non ha migliorato le cose, anzi. Questi extraterrestri hanno continuato nei loro giochi, sempre più disadattati e incompresi da gente che parla un linguaggio completamente diverso, ma sempre più liberi mano a mano che "il mondo dei grandi" veniva smontato, compreso, hackerato pezzo a pezzo.

Conoscere e' Cambiare. Il mondo ha bisogno di gente che nuota controcorrente, apre nuove strade, regala nuove possibilità, intravede sentieri che altri non si sono presi la briga di cercare. Purtroppo questo lavoro e' un lavoro che si paga sulla propria pelle, che costa fatica e che avviene nell'ombra. Forse il nome dell'inventore del gorgonzola rimarrà per sempre un mistero, cosi' come non rimarrà traccia di persone a cui tutti noi dobbiamo qualcosa. Davanti allo stadio di San Siro a Milano difficilmente si ricordano tutti gli operai morti durante la sua ristrutturazione per i mondiali in Italia. Quando utilizziamo la costante di Boltzmann nelle nostre formule di Fisica e Chimica difficilmente si ricorda che Boltzmann mori' suicida nel disprezzo della comunità scientifica. Quando facciamo una telefonata intercontinentale non pensiamo affatto ai pionieri di inizio secolo che per primi hanno provato a tendere cavi attraverso l'oceano, giocandosi fino all'ultimo centesimo solo per rimanere senza cavo a un chilometro e mezzo dalla costa dopo un viaggio in mare di migliaia di chilometri. Quando usiamo un computer non pensiamo agli Hacker. Forse questo libro potrà aiutarci a non dimenticare che dietro ogni messaggio di posta elettronica che inviamo dev'esserci gratitudine per un pugno di persone anonime che hanno voluto sperimentare in un terreno grigio, legale o illegale a seconda dei periodi storici o delle persone incaricate di far applicare le leggi. Persone che hanno commesso l'errore di voler copiare dischetti anzichè‚ cassette musicali come tutti noi, per ascoltare la musica delle parole viaggiare sui bit.

Quando noi ancora dormivamo, c'era chi aveva gia' dato il via al "beta testing" della nostra comunicazione di domani. Quando molti di noi non conoscevano nemmeno l'esistenza della posta elettronica, Phil Zimmermann aveva già i suoi guai in tribunale per averci regalato il PGP. Mentre noi eravamo impegnati altrove, negli Stati Uniti c'era qualcuno che lottava e lotta per il futuro della nostra libertà di espressione in rete, dietro una barricata di migliaia di dischetti e centinaia di computer sequestrati inutilmente, accanto a ragazzi adolescenti svegliati a fucili spianati dalla polizia nel cuore della notte. Prima ancora che il concetto di rete civica entrasse a far parte del vocabolario demagogico di molti politici nostrani, in tutta Italia c'erano già SysOp che offrivano di tasca loro servizi gratuiti di telematica amatoriale, senza bisogno di far squillare le trombe. Sono questi i "militi ignoti" del ciberspazio, persone anonime, spesso sole, che nella maggior parte dei casi non hanno trovato nei computer fama e ricchezza, ma il semplice gusto di fare le cose che facevano e di cui oggi noi godiamo i risultati.

Se oggi posso vivere la Rete e incontrare al suo interno persone eccezionali come gli autori e i protagonisti di questo libro, non lo devo certo a Guglielmo Cancelli o alla Telecoz, ma soprattutto a tante notti insonni, a tante ore di esperimenti, a tante solitudini che in rete trovavano una ragione di vita, a tante persone anonime che hanno contribuito a costruire la Rete aggiungendovi la propria vita e il proprio tempo come una goccia nel mare. Cosa rimane dopo il passaggio di un Hacker ? Alcuni sistemi prendono coscienza dei loro "buchi", alcuni amministratori di sistema fanno esperienze in più e imparano finalmente il concetto di backup dei dati, le case produttrici di programmi antivirus guadagnano qualche soldino, cosi' come i consulenti in materia di sicurezza informatica. Si aprono nuove porte, si cercano nuove soluzioni a problemi tecnici e spesso si inventano strumenti che dopo poco tempo diventano indispensabili per tutti. Si organizzano dibattiti, conferenze, tavole rotonde con rinfresco, i giornalisti possono portare a casa la pagnotta, gli esperti discutere tra loro, gli intellettuali partecipare a programmi TV. Ma quando si spengono le luci (del modem) i veri protagonisti rimangono nell'ombra, gli artigiani dell'informatica perdono di interesse, fino a quando un gruppo di pazzi come loro non decide di farli parlare, di dargli spazio, di raccontare le loro storie, le cose che hanno fatto e come le hanno fatte, le vite nascoste dietro la tastiera.

Se fossi un bibliotecario incaricato di inserire "Spaghetti Hacker" in uno degli scaffali della mia biblioteca, confesso che sarei alquanto indeciso. La prima tentazione sarebbe quella di catalogare il libro alla voce "Science Fiction", pero', nonostante i fatti raccontati siano degni di un romanzo cyberpunk, sono anche tutti rigorosamente veri, per cui questa scelta sarebbe da scartare. La seconda ipotesi sarebbe quella di collocarlo tra i libri di storia, ma gli storici devono essere abbastanza distaccati dai fatti che raccontano, senza averli vissuti sulla propria pelle con passione e con cuore, per cui questa bellissima testimonianza diretta non può purtroppo fregiarsi del titolo del libro storico, semmai e' più simile a un "diario di bordo", ma anche la sezione dei libri di nautica e navigazione mi sembra poco adatta. Una scappatoia potrebbe essere quella di metterlo insieme ai libri tecnici su telematica e telefonia, ma nonostante studi Ingegneria delle Telecomunicazioni da alcuni anni devo confessare di non aver mai letto sui miei libri di testo come interrare un cordless, e quindi immagino che anche questa classificazione non vada bene. Un'altra opzione sarebbe quella di mettere quest'opera tra i testi di giurisprudenza, e qui la tentazione sarebbe forte, in quanto mi piacerebbe che il maggior numero di magistrati, avvocati e addetti ai lavori del diritto informatico si affacciasse al mondo dell'underground digitale attraverso questa finestra letteraria. Pero' anche in questo caso sarei titubante, semplicemente perchè‚ lo stile semplice e chiaro con cui vengono chiariti gli aspetti legislativi e giuridici nel corso del libro non e' minimamente all'altezza del linguaggio giurisprudese, tanto arzigogolato quanto incomprensibile dai comuni mortali. Un'altra categoria che potrebbe ospitare Spaghetti Hacker e' quella della sociologia, pero' la fetta di società che descrive questo libro sfugge a qualsiasi tipo di catalogazione e classificazione, e tutte le persone che appaiono nel corso della narrazione potrebbero essere definite come delle mono-culture, dei mondi intellettuali elaborati e singolari, ben lontani dagli stereotipi confezionati da pseudo-sociologi che ci descrivono con dovizia di particolari la "tribù" degli Hacker, le loro abitudini alimentari, la loro musica preferita, la frequenza con cui si cambiano i calzini.

A Spaghetti Hacker manca la superficialità e la generalizzazione necessaria per trattare gli Hacker come un fenomeno sociologico. La massa indistinta degli Hacker ci viene presentata come un insieme di Persone con la loro individualità. Fateci caso: in centinaia di pagine non e' stata mai data una definizione "enciclopedica" della parola Hacker, ma viene descritto il mondo, le azioni e le persone che hanno gravitato attorno a questa parola. Per cui non si tratta neanche di un libro di sociologia. A questo punto, visto che questo libro si ostina a non voler corrispondere a nessuna delle categorie "su carta", non mi resta forse che prendere la mia copia, scannerizzarla e mandarla sulla mailbox come file di testo, perchè‚ tutto sommato questo libro non e' altro che un messaggio che gli autori hanno voluto inviare in copia carbone anche a chi un modem non ce l'ha. A noi la scelta tra il delete e il forward.

c.gubitosa@peacelink.it

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