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IL CORPO VIRTUALE.
DAL CORPO ROBOTIZZATO AL CORPO DISSEMINATO NELLE RETI
by Antonio Caronia
Autore: Antonio Caronia
Titolo: Il corpo virtuale. Dal corpo robotizzato al corpo disseminato nelle reti,
Muzzio Editore, Padova , 1996, pp.204, £. 24.000

In questo libro che combina l'immaginario della fantascienza alla realtàdella tecnologia contemporanea, ma che attinge anche alle suggestioni piùattuali del cinema e dell'arte, possiamo scoprire che le fantasie piùaudaci e inquietanti dell'età moderna sui corpi artificiali si stannoormai realizzando attraverso tre linee di tendenza che l'autore ha cosìsintetizzato: il 'corpo replicato', il 'corpo invaso', il 'corpo disseminato'.
Quali nuove pratiche nascono attorno alle trasformazioni dei corpi, e quali nuovi rapporti si creano in noi e attorno a noi sul labile confine cheormai differenzia il mondo naturale da quello artificiale? Come esempiodel 'corpo replicato' l'autore fa riferimento al tema classico per la SFdell'uomo artificiale, l'androide biologico di P.Dick nel celebre romanzo reso famoso dal film di Ridley Scott BladeRunner: Sicuramente l'attuale ricerca sulla clonazione ha resomeno fantasiosa questa ipotesi. Possiamo quindi interrogarci sul destinoe le potenzialità dei nostri corpi, intesi come eventi o processi sottoposti a trasformazioni possibili: pensiamo all'estetica cruenta dellabody art in cui 'performer,' come Sterlac, realizzano la metamorfosi estetica e strutturale del corpo attraverso la mano del chirurgo (Capucci, 'Il corpo tecnologico', Bologna, Baskerville, 1994). Particolarmente impressionantee non priva di rischi è la "scultura per lo stomaco" incui Sterlac ingoia una capsula di acciaio al titanio, argento e oro, collegata ad un servo meccanismo, che viene inghiottita molto lentamente, mentre una macchina miniaturizzata trasmette le immagini del tubo digerente. Giunta nello stomaco la capsula si apre, mostrando una piccola scultura che emette luci e suoni: è la scoperta dell'estetica del corpo cavo.Il corpo vuoto viene infatti assunto simbolicamente e anche materialmente come ricettacolo ideale per i componenti tecnologici che sostituiscono gli organi biologici - considerati sistemi ridondanti e imperfetti. E' la trasformazione nel corpo invaso.
In ultimo, il corpo disseminato rappresenta forse l'ultima frontiera delle metamorfosi rese possibili dalla tecnologia. Le riflessioni dell'autore muovono dalle recenti possibilità offerte dalla Realtà Virtuale,che insieme ai 'brainframes' (telefono, fax, televisione computer ecc...) moltiplicano le possibilità del nostro normale sensorio espandendolo verso realtà difficilmente esplorabili. In fondo l'esperienza del corpo disseminato nasce già con il telefono: sperimentiamo quotidianamente l'esistenza di questa forma di spazio virtuale e immateriale in cui si realizza la comunicazione telefonica, poiché essa è strutturata in base alle caratterisitiche dell'organo ricevente presente nel nostro cervello, decodificatore ultimo del messaggio vocale. La voce telefonica è quindi già una prima forma embrionale di disseminazione del corpo. Un altro esempio è dato dalla differenza ontologica tra l'occhio che vede e l'oggetto osservato, tradizionalmente marcata e sensibile, che oggi, nell'esperienza digitale, tende a divenire sempre più sfumata. Proprio oggi, mentre scrivo, arrivano le prime immagini di Marte dalla sonda 'Pathfinder', il cercatore di sentieri che è il nostro 'occhio virtuale' sul pianeta, capace di cancellare l'enorme distanza siderale.
L'autore non manca poi di analizzare il tema della "deriva dell'identità" e dello "straniamento della realtà" che questo impiego diffuso di tecnologia comporta. Televisione come condizionamento sociale, Realtà Virtuale come droga, Internet come mezzo attraverso cui surrogare bisogni primari e che conduce prima o poi all'isolamento sociale? Sono interrogativi a cui è molto arduo dare una risposta esauriente. Certamente il corpo disseminato è un corpo fluttuante, caricato di una valenza collettiva, che perde sempre di più la sua dimensione sacrale e fondativa a partire dall'individuo che lo ha generato; il riferimento a un punto di origine precisa è sempre più labile (pensiamo solo alla futura identità dei figli nati in provetta), forse non più adatto a sostenere un'identità forte e stabile, unica, personale e irripetibile.

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